Ucraina, il magazziniere di Amazon morto a 32 anni in guerra. L’addio del fratello: “Dio ti abbracci per me”
Era partito per la patria l’estate scorsa: è stato ucciso da un colpo di mortaio a Bahmut
PADOVA. «E’ lei la signora Tamara?». La signora Tamara è nella sua casa ad Arsiero, un comune di 3mila abitanti della provincia di Vicenza. Quando sente questa domanda inizia a tremare. La voce arriva dai luoghi della guerra in Ucraina, ha il compito di dirle quello che da qualche giorno temeva. Il figlio Oleg è morto il 3 marzo «ucciso da un colpo di mortaio mentre era impegnato in un’operazione di intelligence per l’esercito ucraino», racconta il fratello Viniamin che abita con la mamma e con la sorella Lisa.
Oleg aveva 32 anni Oleg, abitava a Rovigo e lavorava nello stabilimento Amazon di Castelguglielmo come magazziniere. Era da quasi venti anni in Italia, era arrivato con la famiglia nel 2004. Aveva imparato l’italiano, aveva studiato, da qualche tempo aveva anche una compagna, Michela Bressan. Era una persona piena di progetti, pensava a una casa più grande, a dei bambini. A febbraio del 2022 è scoppiata la guerra in Ucraina, Oleg è cambiato, non aveva mai dimenticato la sua terra, si sentiva in dovere di fare qualcosa.
Per quattro ha ascoltato da lontano i racconti dal fronte poi non ha resistito. Ha annunciato che aveva deciso di partire. La famiglia ha fatto il possibile per trattenerlo ma è stato impossibile. «Mio fratello voleva fortemente partire. Mi disse: vado a difendere l’Ucraina perché non riesco ad accettare l'ingiustizia che i russi vogliono far subire al nostro popolo», scrive Viniamin.
All’inizio aveva servito l’esercito nelle retrovie. Negli ultimi tempi aveva avuto una missione diversa, più pericolosa, come aveva raccontato alla compagna.
Ne frattempo aveva organizzato una raccolta fondi per aiutare la popolazione di Bakhmut e a chi gli chiedeva notizie diceva: “Torno presto”.
Oggi c’è stato il funerale a Chernivtsy. “È la città di tutta la nostra famiglia, dove abbiamo vissuto, ed è la zona ucraina dove per adesso c'è la tranquillità. Dio ti abbracci per me, Aleshka”, lo ha salutato il fratello Viniamin.
Pubblicato su Corriere delle Alpi