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Montagna, nel 2022 gli incidenti mortali aumentati del 14%. Il Soccorso Alpino ha salvato diecimila tra escursionisti e sciatori

La maggior parte dei soccorsi l’anno scorso è stata nell’arco alpino, soprattutto in Piemonte. La metà degli interventi durante il periodo estivo

L’incidente di oggi a Coumayeur è solo l’ultimo drammatico episodio in ordine di tempo. Il 2022 nel frattempo si era chiuso con dati poco confortanti, con un aumento quasi del 14% di incidenti mortali in montagna e un numero incredibile di salvataggi, oltre diecimila, da parte del Soccorso alpino italiano. 

L’anno non è iniziato nel migliore dei modi. Alcuni giorni fa in Valtournenche, sempre in Valle d'Aosta, era stato travolto e ucciso da una valanga uno sciatore ventisettenne monegasco di 27 anni. Dieci giorni fa, invece, sulle vette della regione era morto un uomo che stava scalando una cascata di ghiaccio. Drammatica anche la morte del sessantenne originario della Romania che era voluto risalire a riprendere i due cani ma mentre li cercava è stato travolto da una slavina a Madesimo, in provincia di Sondrio, a circa 2.000 metri.

Si è salvato per miracolo invece l’uomo travolto alcuni giorni fa da una valanga in Val Sclanera, zona Plaghera, nel Sondriese. Stava praticando freeride quando si è verificato il distacco, a circa 2.700 metri di quota. Indossava l'airbag e questo gli ha permesso di restare in superficie ed è stato trascinato dalla valanga, il cui fronte è di circa 50 metri, verso valle per circa 300 metri. Il 15 marzo uno sciatore russo di 58 anni era morto a causa di una valanga caduta fuoripista nel comune di Nendaz, nel Cantone Vallese (Svizzera). 

Ad essere salvati secondo l’identikit che emerge dalla lettura dei dati del Soccorso alpino, sono soprattutto uomini italiani tra i 50 e i 60 anni. L'84,7% dei soccorsi è di scialpinisti o escursioisti italiani, il 6,1% tedesco, solo l’1,1% francese. Per quanto riguarda il periodo dell'anno, il 50% degli interventi del Soccorso alpino e speleologico si concentra nei mesi estivi: giugno (9,5%), luglio (14,6%), agosto (16%) e settembre (10,1%). Gli interventi avvengono in particolare nell'arco alpino, il 20,2% in Piemonte, il 14,2% in Lombardia, il 13,3% in Trentino, 11,5% in Alto Adige.

L'evento più critico del 2022 era stato quello accaduto il 3 luglio sul ghiacciaio della Marmolada, quando un grosso seracco si era staccato improvvisamente creando una valanga di ghiaccio e roccia che aveva colpito diverse cordate di alpinisti. La tragedia ha fatto 11 vittime, di cui 2 Guide Alpine, e 8 feriti, nonostante il rapido intervento con 10 elicotteri e decine di soccorritori, anche con l'impiego di droni. 

Pubblicato su Corriere delle Alpi