18enne ucciso a Napoli, c’è un fermato per omicidio: è figlio di un camorrista morto in una sparatoria
Francesco Pio Maimone era rimasto gravemente ferito a colpi di pistola alle 2,30 di ieri e poi giunto senza vita nell'ospedale Vecchio Pellegrini. Gli sviluppi nelle indagini della Ps coordinate dalla Procura
NAPOLI. Si chiama Francesco Pio Valda, ha 19 anni ed è figlio di un camorrista morto in una sparatoria, il giovane che la notte tra domenica e lunedì scorsi, a Napoli, ha ucciso, per futili motivi, Francesco Pio Maimone, il 18enne gravemente ferito con un colpo di pistola al petto mentre si trovava nei pressi di un noto chioschetto del lungomare partenopeo, zona che nel weekend diventa meta privilegiata della gioventù napoletana. Inutile la corsa in ospedale dove è giunto senza vita.
Le indagini degli investigatori della Squadra mobile della Questura di Napoli, coordinate dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini e dai sostituti procuratori Claudio Onorati e Antonella Fratello (Direzione distrettuale antimafia), sono state rapidissime. Al giovane, che è stato sottoposto a interrogatorio in Questura, viene contestato il reato di omicidio volontario con l'aggravante mafiosa. Secondo quanto si è appreso avrebbe contatti con la criminalità organizzata. Determinanti i testimoni e la videosorveglianza che in quella zona è capillare.
Oggi, a Casal di Principe, anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato il grave episodio: «Ieri a Napoli un ragazzo è stato ucciso con una crudeltà che ha sottratto a lui il futuro e lasciato nel dolore i suoi famigliari». Il padre del ragazzo, dopo avere ringraziato il capo dello Stato, ha chiesto a Mattarella di aprire «uno spiraglio» affinché i giovani di Napoli possano avere «un futuro migliore, una vita diversa, perché questa vita non li porta da nessuna parte», ha detto.
Chi ha sparato ha praticamente la stessa età di Francesco Pio, che con quell'alterco, scoppiato per un piede pestato oppure per una bevanda versata sulle scarpe (non è ancora del tutto chiaro il motivo), non aveva nulla a che fare. Ma a farne le spese è stato lui, nato il 24 settembre del 2004 a Pozzuoli, residente nel quartiere periferico di Pianura, e morto sulla via degli chalet del capoluogo partenopeo. Uno dei colpi di pistola esplosi - due o tre quelli avvertiti da una pattuglia della Guardia di Finanza che poi ha avvisato la Polizia di Stato - ha però raggiunto lui, che sognava di aprire una pizzeria e che invece ha trovato la morte per colpa di un balordo. Un singolo colpo che non gli ha lasciato scampo. Conoscenti lo hanno accompagnato all'ospedale Vecchio Pellegrini dove i sanitari non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.
Nel frattempo sul lungomare arrivava l'ambulanza del 118, ma lui già non c'era più. Chi era con la vittima ha descritto la scena agli investigatori: il ragazzo che estrae il revolver, spara, prima in aria poi ad altezza d'uomo. Francesco Pio si accascia tra la folla di giovani tra l'attonito e il terrorizzato. La Procura già ieri ha disposto il sequestro della salma sulla quale sarà eseguita l'autopsia. A raccontare chi era il figlio e quali erano le sue aspirazioni è stata la madre, Concetta Napoletano, intervistata ieri da diversi media: «un ragazzo d'oro, un lavoratore», dice la donna, devastata dal dolore, che chiede «giustizia» per Francesco Pio ma anche «per tutti i figli di Napoli morti senza un motivo».
Pubblicato su Corriere delle Alpi