Chiese in Provincia di Trento - città di Spormaggiore: Chiesa della Nativita di Maria

Chiesa della Nativita di Maria
Natività di Maria

TRENTO / SPORMAGGIORE
piazza della Chiesa - Spormaggiore (TN)
Culto: Cattolico
Diocesi: Trento
Tipologia: chiesa
Lunga 45 metri e alta circa 22, la parrocchiale neoromanica della Natività di Maria di Spormaggiore, orientata a nord, è la chiesa più grande dell’intera Val di Non e vide la luce tra il 1867 e il 1875, su progetto dell’ingegnere friulano Leopoldo de Claricini, tanto attivo in Trentino. La facciata presenta due spioventi emergenti dal profilo gradonato, sostenuti da dieci mensole in pietra, separate da finestrine quadrate lavorate a traforo per dare luce al sottotetto; più in basso si aprono... Leggi tutto
Fonte: BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web

Dettagli

Lunga 45 metri e alta circa 22, la parrocchiale neoromanica della Natività di Maria di Spormaggiore, orientata a nord, è la chiesa più grande dell’intera Val di Non e vide la luce tra il 1867 e il 1875, su progetto dell’ingegnere friulano Leopoldo de Claricini, tanto attivo in Trentino. La facciata presenta due spioventi emergenti dal profilo gradonato, sostenuti da dieci mensole in pietra, separate da finestrine quadrate lavorate a traforo per dare luce al sottotetto; più in basso si aprono tre monofore centinate, la centrale più alta delle laterali, raccordate da arcate. Subito sotto si trova l’avancorpo centrale che riprende la profilatura gradonata degli spioventi e inquadra il portale centinato e strombato, ornato da un dipinto murale nella lunetta. Le fiancate simmetriche sono marcate dalla presenza del cornicione sommitale corrente dentellato, che raccorda le lesene intonacate corrispondenti alla suddivisione interna in tre campate, ciascuna delle quali illuminata da monofore centinate strombate, quattro a destra e due a sinistra. L’ingresso laterale, elevato di tre gradini, si trova sul fianco destro, in corrispondenza della terza campata, mentre simmetricamente a sinistra si eleva la settecentesca cappella della Madonna, che funge da collegamento tra la chiesa nuova e quella antica, seguita dall’ambiente adibito a deposito, dal locale caldaia e dalla sacrestia; l’abside poligonale è cieca. All’interno la navata unica è divisa in tre campate da enormi arcate a pieno centro sostenute da colossali colonne in pietra calcarea con capitelli sfaccettati ornati da decori vegetali; la precede un atrio ospitante la cantoria, accessibile da una scala a chiocciola a sinistra. Di fronte si trova la cappella battesimale, con il fonte storico qui trasferito dalla antica pieve. Le pareti laterali della navata sono sfondate da arcate longitudinali a pieno centro, ospitanti i confessionali e gli altari minori; nella seconda campata a sinistra una scala a discesa di sei gradini conduce al piano pavimentale della cappella della Madonna, dove è venerata la scultura quattrocentesca della Vergine col Bambino, ritenuta miracolosa. Quattro gradini conducono al presbiterio a pianta rettangolare, anch’esso caratterizzato dalla presenza delle colonne in pietra e compreso fra due grandi arcate; nell’abside poligonale esili costoloni verticali segnano le tre pareti e si riuniscono in alto nel catino. Le volte a botte unghiata della navata e del presbiterio e il catino absidale sono ornati da dipinti murali figurati e campi stellati e caratterizzati da decori vegetali e geometrici, opera di Matteo Tevini compiuta nel corso degli anni Venti.

Pianta

Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; presbiterio a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale, concluso da abside poligonale.

Facciata

Facciata monumentale a due spioventi emergenti dal profilo gradonato, marcati da una fascia dipinta di rosso e sostenuti da dieci mensole in pietra, separate da finestrine quadrate lavorate a traforo per dare luce al sottotetto. Più in basso si aprono tre monofore centinate, la centrale più alta delle laterali, raccordate da arcate sostenute da colonne con capitelli istoriati; subito sotto corre una cornice orizzontale e si trova l’avancorpo centrale che riprende la profilatura gradonata degli spioventi e inquadra il portale centinato e strombato, ornato da un dipinto murale nella lunetta. Finiture a intonaco tinteggiato, zoccolo in pietra calcarea.

Prospetti

Fiancate simmetriche marcate dalla presenza del cornicione sommitale corrente dentellato, sormontato da una fascia dipinta di rosso, che raccorda le lesene intonacate corrispondenti alla suddivisione interna in tre campate, ciascuna delle quali illuminata da monofore centinate strombate, quattro a destra e due a sinistra. L’ingresso laterale, elevato di tre gradini, si trova sul fianco destro, in corrispondenza della terza campata, mentre simmetricamente a sinistra si

1867 - 1875 (costruzione intero bene)

Fin dal 1852 si iniziò a radunare il materiale per la prevista erezione di una nuova chiesa a Spormaggiore, di estrema necessità per l’avvenuta crescita della popolazione, che, secondo una relazione inviata il 24 febbraio 1866 dal parroco don Agostino Tambosi al vescovo, in 50 anni era raddoppiata e che quindi la vecchia chiesa cinquecentesca non poteva più contenere. L’iniziale idea di ampliare l’edificio esistente venne accantonata e si decise di realizzarne uno nuovo, grandioso, ad esso perpendicolare, rispettando la settecentesca cappella della Madonna e la navata della vecchia pieve, ma sacrificandone l’abside, la sacrestia e il cimitero, con la cappella dei Santi Rocco e Sebastiano. Dopo che due progetti vennero respinti, fu accettato quello dell’ingegnere circolare Leopoldo de Claricini, di minor spesa. Il cantiere, affidato all’impresa di Benedetto Fantini, iniziò nel 1867, con il livellamento e il consolidamento del terreno, e si concluse nel 1875.

1875/09/26 - 1875/09/26 (consacrazione carattere generale)

Monsignor Giovanni Haller, coadiutore del principe vescovo Benedetto Riccabona, consacrò il nuovo tempio il 26 settembre 1875.

1910 - 1910/02/24 (rinnovo campane)

Nel 1908 si deliberò la spesa per cinque nuove campane, fuse dalla ditta Colbacchini all’inizio di gennaio del 1910 e collocate sul campanile il 24 febbraio.

1917 - 1917 (spogliazione campane)

La requisizione bellica del 1917 risparmiò solamente la campana più antica, del 1629.

1922 - 1931 (decorazione interno)

Matteo Tevini ornò con dipinti murali le volte della navata e del presbiterio e il catino absidale tra il 1922 e il 1931.

1926 - 1926 (rifusione campane)

La rifusione delle campane perdute avvenne grazie ai fondi del Governo italiano nel 1926, ad opera della ditta Dadda Francesco e figli di Crema.

1946 - 1950 (costruzione organo)

Risale al 1946 il progetto per la realizzazione di un grande organo Mascioni con le due casse sulle pareti laterali del presbiterio; lo strumento venne realizzato e montato qualche anno dopo, intorno al 1950.

1964 - 1964 (decorazione esterno)

Marco Bertoldi eseguì i dipinti murali nelle due lunette dei portali, in facciata e sul fianco destro, nel 1964.

1967 - 1967/12/10 (adeguamento liturgico presbiterio)

L’adeguamento liturgico strutturale del presbiterio, attuato mediante lo smembramento e la ricollocazione dell’altare storico, fu attuato nell’autunno del 1967; l’altare verso il popolo venne consacrato il 10 dicembre.

1971 - 1971 (ristrutturazione esterno)

Lavori di ristrutturazione degli esterni (sistemazione di cornicione e coperture, rifacimento degli scarichi esterni e sotterranei, tinteggiatura) vennero effettuati nell’autunno del 1971.

1976 - 1976 (danneggiamento intero bene)

La chiesa venne gravemente lesionata da una scossa di terremoto nel 1976.

1977 - 1978 (restauro intero bene)

Tra il 1977 e il 1978, grazie ai contributi dell’Assessorato alle attività culturali e sportive della Provincia Autonoma di Trento, venne rifatto il tetto e la chiesa venne restaurata e risanata dai danni sismici.

2002 - 2005 (restauro intero bene)

Tra il 2002 e il 2005 circa il complesso delle chiese di Spormaggiore venne restaurato, risanato e consolidato su progetto degli architetti Cristina Mayr e Alessandro Giovannini e dell’ingegner Paolo Mayr. La prima fase dei lavori comportò il consolidamento strutturale, il controllo, ripasso, smontaggio e la parziale sostituzione della carpenteria, della lattoneria e dei manti di copertura, la tinteggiatura degli esterni e degli interni con il restauro dei dipinti murali, il rifacimento dell’impianto parafulmine, il potenziamento di quello elettrico e di illuminazione, il parziale restauro del pavimento (sostituito in sacrestia). Venne inoltre ripulito e riordinato il locale adibito a deposito sotto il solaio della sacrestia, aerato dall’apertura di bocche di lupo. All’esterno furo

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