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Chiese in Provincia di Trento - città di Sanzeno: Chiesa dei Santi Sisinio, Martirio e Alessandro
Chiesa dei Santi Sisinio, Martirio e Alessandro
Ss. SISINIO MARTIRIO e ALESSANDRO martiri
Dettagli
La chiesa dedicata al culto dei martiri anauniesi Sisinio, Martirio e Alessandro sorge presso l'estrema propaggine meridionale del terrazzo che ospita l'abitato di Sanzeno; l’area, interessata da rinvenimenti archeologici che permettono di ipotizzare una frequentazione certa del sito sin dall’epoca romana, è stata tradizionalmente identificata come il luogo del martirio dei tre cappadoci inviati da San Vigilio verso la fine del IV secolo ad evangelizzare i popoli anauni. Un primitivo edificio, circondato da un cimitero, sorse in questa posizione tra il secolo VII e quello successivo, rimpiazzato da una primitiva chiesa tra i secoli XI e XIII; di questa fu risparmiato il campanile, il sacello meridionale e l’architrave del portale in occasione della completa ricostruzione del tempio, fortemente promossa dal vescovo Johannes Hinderbach a fine XV secolo e completata sotto il vescovo Cristoforo Madruzzo nel secolo successivo, che ha determinato le forme odierne del tempio, elevato alla dignità di basilica minore da papa Paolo VI nel 1973. La facciata a spioventi è divisa in tre settori corrispondenti alla divisione interna delle navate ed è serrata da pilastri angolari. Il settore centrale emergente presenta un paramento murario in conci lapidei, nella cui porzione inferiore si apre il portale lapideo strombato, inquadrato da colonnine lisce e tortili e pilastrini con capitelli gotici racchiusi da un’arcata ornata a rilievo. Al di sopra del portale, due arme cardinalizie sormontate da un oculo strombato profilato da un motivo a cordone. Le fiancate sono ritmate da contrafforti corrispondenti alla divisione interna delle campate; le pareti sono aperte da bifore lobate entro una cornice ogivale a livello della terza e della quarta campata. Al fianco sinistro, presso l’ultima campata della navata, aderisce il volume della sacrestia; nella medesima posizione, sulla fiancata destra, è presente il corpo del sacello meridionale a pianta quadrangolare, a cui è addossata la torre campanaria, aderente alla porzione sud orientale del presbiterio. Il prospetto posteriore rivela il profilo poligonale dell’abside, marcato da contrafforti angolari. Presso i lati obliqui si aprono finestre del tipo visibile sui fianchi; la parete di fondo è caratterizzata da un oculo strombato, dotato di cornice lapidea. La torre campanaria presenta un fusto quadrangolare dotato di un accesso esterno elevato da una scalinata. Una monofora a tutto sesto si apre sui prospetti nord est e sud ovest. La cella campanaria è aperta sui quattro lati da una trifora a tutto sesto con colonnine lapidee e ghiere ribattute ed è sormontata dalla cuspide a piramide quadrangolare, rivestita da scandole lignee e coronata da sfera e croce apicale. L’interno presenta tre navate, ripartite in cinque campate da arcate a sesto acuto sostenute da quattro coppie di colonne libere, dotate di basamenti e capitelli ottagonali. Le pareti della quinta campata presentano un lieve incasso profilato da un’arcata a tutto sesto, ospitante l’ingresso alla cantoria sul lato sinistro e aperto, sulla parete destra, da due arcate a tutto sesto sull’ambiente, elevato da tre gradini e a pianta quadrangolare, del sacello. Questo presenta una porzione voltata a crociera e delimitata da una cancellata a protezione dell’arca lapidea hinderbachiana. L’arco santo, a sesto acuto, introduce all’ambiente del presbiterio, preceduto da una predella lignea ospitante l’altare e l’ambone e delimitato dalla navata dalle balaustre. Le pareti sono ritmate da pilastri semi addossati alle pareti, a sostegno delle nervature lapidee della volta reticolare che copre l’ambiente. Le pareti interne del sacello meridionale, la parete laterale sinistra del presbiterio e la lunetta in facciata presentano un apparato decorativo ad affresco avente carattere figurativo. I capitelli delle colonne interne recano bassorilievi aventi carattere figurativo ed ornamentale.
Pianta
Navata a pianta rettangolare ad asse maggiore longitudin
I - VI (preesistenze intorno)
Scavi archeologici hanno rilevato la presenza, in loco, di epigrafi votive, stele funerarie, sarcofagi e sepolture, reperti che testimoniano un uso prolungato del sito dall'età romana all'alto medioevo.
VIII - IX (costruzione intero bene)
Ad un primitivo edificio di culto eretto probabilmente tra il secolo VII e quello successivo apparterrebbero alcuni elementi scultorei di arredo liturgico, successivamente reimpiegati nella prima fabbrica bassomedievale; alcune inumazioni coeve testimoniano invece la presenza certa di un cimitero adiacente alla struttura. Sebbene l'erezione di un complesso edilizio composto di più ambienti a pianta quadrangolare in questo periodo sia attestata da rilievi archeologici, gli studiosi non sono concordi nel ritenere tali ambienti l'embrione della successiva chiesa bassomedievale (incerta).
XI - 1272 (ricostruzione intero bene)
La struttura del sacello meridionale e la base della torre campanaria costituiscono allo stato attuale le parti più antiche della fabbrica odierna, e sono testimonianza di una ricostruzione dell'edificio preesistente operata presumibilmente tra i secoli XI e XIII; il termine ante quem, confermato dalla stesura degli affreschi situati nelle pareti interne del sacello meridionale è fornito dalla prima attestazione scritta dell'esistenza della chiesa (1272). Rinvenimenti di inumazioni coeve permettono di stabilire che l'area adiacente la chiesa continuò ad essere utilizzata come cimitero anche in questo periodo.
1272 - 1272 (menzione carattere generale)
A questo anno risale la prima attestazione scritta relativa alla chiesa, riferita ad un documento in cui viene citato tale Niccolò, "confrater ecclesie Santi Sisini" e vicario delle parrocchie di Smarano, Coredo, Romeno, Sarnonico, Fondo, Castelfondo, Arsio, Cloz e Dambel. Secondo Curzel (1999), all'epoca la chiesa era retta da un collegio clericale.
1472/05/25 - 1493 (ricostruzione intero bene)
La fabbrica odierna vede la luce in questo periodo, grazie all'attività di ricostruzione del tempio preesistente, che versava in codizioni di degrado. La ricostruzione ebbe inizio nel 1472 con l'abbattimento dell'abside e fu poi fortemente promossa dal principe vescovo Johannes Hinderbach, portata avanti dal successore Udalrico Freundsberg e completata, secondo alcuni autori, sotto Cristoforo Madruzzo. In seguito al rinvenimento, presso l'altare maggiore, delle supposte reliquie dei martiri anauniesi, poste in un sarcofago lapideo realizzato per l'occasione, Hinderbach sostenne la ricostruzione del tempio in nuove e maestose forme, al fine di ridare linfa al culto dei martiri anauniesi. All'anno 1480 risale la ricostruzione del presbiterio, ad opera di maestranze locali e lombarde che operarono anche presso la navata, coordinate dai capomastri Jacopo e Bernardo Frisoni da Laino d'Intelvi e Giorgio Eber da Merano.
1539 - 1542 (completamento intero bene)
Sotto l'episcopato di Cristoforo Madruzzo si assistette presumibilmente al completamento dell'erezione della fabbrica odierna; il termine ante quem è dato dalla realizzazione del portale in facciata, datato 1542 e firmato da Giacomo Mookadoha.
1562 - 1562 (lavori facciata)
Un'iscrizione in facciata testimonia alcuni interventi edilizi di ignota portata operati presso la stessa.
1600 - 1600 (installazione pulpito interno)
A questo anno risalgono la realizzazione e la posa del pulpito ligneo.
1620 - 1624 (lavori intero bene)
Il battistero e le balaustre lignee del presbiterio vengono realizzate in questo periodo; a questi interventi succedono la sostituzione della vetrata dell'oculo in facciata ed il restauro della copertura.
1651 - 1651 (erezione ad arcipretale carattere generale)
Su istanza del parroco Micheli viene concessa la dignità di arcipretale.
1695 - 1701 (dismissione cimitero intorno)
Il camposanto che circondava la chiesa viene dismesso e trasferito nei pressi della facciata.
1750 - 17