Chiese in Provincia di Trento - città di Storo: Chiesa di San Floriano

Chiesa di San Floriano
S. FLORIANO martire S. Floriano

TRENTO / STORO
via San Floriano, 1 - Storo (TN)
Culto: Cattolico
Diocesi: Trento
Tipologia: chiesa
La parrocchiale di Storo, intitolata al martire San Floriano, sorge a monte del paese con orientamento a sud-est. Nulla rimane della chiesa medievale, documentata a partire dal 1189, che fu interamente ricostruita nelle forme odierne da maestranze comacine dirette da Albertino Comanedi tra il 1509 e il 1514. La facciata a due spioventi, profilati da una cornice ad archetti pensili incrociati, è compresa tra possenti pilastri in granito e reca al centro le aperture sovrapposte del portale... Leggi tutto
Fonte: BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web

Dettagli

La parrocchiale di Storo, intitolata al martire San Floriano, sorge a monte del paese con orientamento a sud-est. Nulla rimane della chiesa medievale, documentata a partire dal 1189, che fu interamente ricostruita nelle forme odierne da maestranze comacine dirette da Albertino Comanedi tra il 1509 e il 1514. La facciata a due spioventi, profilati da una cornice ad archetti pensili incrociati, è compresa tra possenti pilastri in granito e reca al centro le aperture sovrapposte del portale architravato e di una finestra a luce sagomata. Le fiancate della navata e del presbiterio sono scandite da contrafforti in pietra a vista, tra i quali si inseriscono finestre a luce sagomata; un accesso secondario si colloca a destra della quarta campata. Due corpi minori, adibiti a sacrestia e ad ambiente di servizio, emergono ai lati dal presbiterio, che si conclude in un'abside poligonale. La torre campanaria sorge a sinistra della quarta campata e presenta un fusto interamente rivestito in granito, cimato da una cella campanaria a quattro bifore con oculo sommitale, inquadrate da arcate a pieno centro. L'interno si sviluppa a navata unica, scandita da coppie di pilastri intonacati e cimati da capitelli corinzi, raccordati tra loro da arcate a pieno centro, che definiscono lo spazio di quattro campate. L'arco santo a pieno centro introduce al presbiterio, rialzato su due gradini.

Pianta

Pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale. Presbiterio rettangolare, concluso da abside poligonale.

Facciata

Facciata a due spioventi, compresa tra pilastri angolari realizzati in blocchi di granito, al centro della quale si dispongono le aperture sovrapposte del portale architravato, sormontato da lunetta affrescata, e di una finestra a luce sagomata. Una cornice ad archetti pensili incrociati segue il profilo degli spioventi del tetto. Tre pinnacoli apicali.

Prospetti

Fiancate profilate in alto da una cornice ad archetti pensili incrociati e ritmate da contrafforti in granito, tra i quali inseriscono le aperture sagomate delle finestre (una per campata). Sul lato destro, in corrispondenza della quarta campata è presente un accesso secondario. I contrafforti proseguono lungo il presbiterio, anch'esso illuminato da finestre a luce sagomata (due sul lato destro e una sul lato sinistro) e affiancato su ambo i lati dai corpi emergenti della sacrestia e di un ambiente di servizio. Pilastri e contrafforti granitici contengono l'abside poligonale, nei cui lati obliqui si dispongono ulteriori finestre.

Campanile

Torre a pianta quadrangolare addossata alla fiancata sinistra della chiesa, in corrispondenza della quarta campata. Fusto interamente rivestito in blocchi di granito, segnato da feritoie, recante alla sommità due mostre di orologio. Cella campanaria compresa tra cornici modanate eminenti, illuminata da quattro bifore centinate, sormontate da un oculo circolare e inquadrate da arcate a tutto sesto.

Struttura

Strutture portanti verticali: murature in pietrame, finite a intonaco con stillature. Strutture di orizzontamento: volte a botte unghiata sovrastano navata e presbiterio; abside coperta da volta a spicchi.

Coperture

Chiesa: tetto a doppia falda con struttura in legno e manto di copertura in coppi. Campanile: tettuccio a quattro falde, rivestito in coppi.

Interni

Navata unica, ritmata da coppie di semipilastri coronati da capitelli corinzi, raccordati tra loro da arcate a pieno centro che definiscono lo spazio di quattro campate. Presbiterio rialzato su due gradini.

Pavimenti e pavimentazioni

La navata presenta una pavimentazione in lastre di granito; nel presbiterio è posata una pavimentazione in mattonelle di marmo e pietra calcarea policroma, componenti lo stemma del Comune di Storo.

Elementi decorativi

Stucchi modellati e dorati adornano le volte e le cornici di finestra.

1189/06/04 - 1189/06/04 (menzione intero bene)

La prima menzione della chiesa di San Floriano a Storo si ritrova in un atto del 4 giugno 1189, con il quale quattordici dignitari locali, appartenenti ad alcune tra le più facoltose famiglie del vescovado, si assicuravano vicendevole protezione e aiuto per entrare in possesso del feudo di Lodrone.

1409/12/18 - 1409/12/18 (erezione a curazia carattere generale)

La chiesa di San Floriano, già cappella della pieve di Condino, fu eretta a curazia il 18 dicembre 1409.

1445/11/22 - 1445/11/22 (consacrazione carattere generale)

La chiesa fu riconsacrata dal suffraganeo del vescovo di Trento, Albertino di Tridino, il 22 novembre 1445, probabilmente in seguito ad un intervento di ampliamento o a una profanazione (incerta).

1446/07/20 - 1446/07/20 (conferma erezione a curazia carattere generale)

L'erezione a curazia fu confermata il 20 luglio 1446.

1509 - 1514 (ricostruzione intero bene)

Il tempio fu interamente ricostruito all'inizio del XVI secolo, grazie anche alle offerte dei conti Sebastiano e Bernardino di Lodrone. Nel libro dei conti dei massari preposti alla fabbrica della chiesa, conservato presso l'archivio comunale, si registrano svariati pagamenti effettuati tra il 1509 e il 1514 a favore delle maestranze comacine attive nel cantiere, tra le quali spiccano i nomi del capomastro Albertino Comanedi (già attivo nel cantiere dlla pieve di Condino), dei tagliapietra Giannantonio e Modino, nonché dei muratori Bartolomeo di Bertolino detto "Bugnelo" di Armani, Togno Baera, Maffeo, Martino e Alberto (fratelli), Jacopo e Alessandro, quest'ultimo attivo anche nella costruzione del campanile. Dal libro dei conti si evince, inoltre, che tali maestranze specializzate furono coadiuvate da numerosi uomini del paese, impiegati nella manutenzione dell'attrezzatura e per il trasporto dei materiali (pietre, cantonali, calce, coppi).

1517 - 1517 (danneggiamento coperture)

Nel 1517 un incendio appiccato dalle truppe francesi e venete in guerra contro l'imperatore danneggiò le coperture della chiesa.

1521/10/06 - 1521/10/06 (consacrazione carattere generale)

Il nuovo tempio fu solennemente consacrato il 6 ottobre 1521 da Cipriano de Charis, suffraganeo del principe vescovo di Trento Bernardo Cles. L'atto di consacrazione riferisce la presenza di sei altari. A ricordo di questo evento il millesimo 1521 fu vergato sul contrafforte presente sul lato destro del presbiterio.

1521 - 1521 (decorazione campata prima)

La parete destra della prima campata conserva un brano d'affresco eseguito da un anonimo maestro lombardo verso il 1521, data della consacrazione del nuovo tempio.

1531 - 1531 (menzione cimitero)

Nell'atto testamentario di Francesco del fu Domenico di Paulis rogato il 3 febbraio 1531 si ricorda la presenza di un cimitero sul sagrato della chiesa.

1537 - 1538 (completamento campanile)

La ricostruzione del campanile, intrapresa contestualmente a quella della chiesa, fu portata a termine solo tra il 1537, anno della visita pastorale clesiana nei cui atti la torre è definita quasi ultimata, e il 1538, data che compariva sulla campana più antica del paese, purtroppo rifusa nel 1959.

1627 - 1627 (rimaneggiamento intero bene)

Attorno al 1627 sono documentati svariati lavori di rimaneggiamento, comprendenti la sostituzione o riparazione delle vetrate, la riparazione del campanile, di una campana e dell'orologio. La data 1627 si trova incisa, inoltre, all'esterno del corpo di fabbrica emergente a sinistra del presbiterio, che fu costruito appositamente per contenere il mantice dell'organo (lo strumento fu acquistato o riparato nello stesso periodo). Paoli (2002) data a questo periodo la sopraelevazione del campanile.

1704 - 1746 (decorazione facciata)

La lunetta sovrastante il portale fu dipinta a fresco con l'immagine del santo titolare della chiesa tra il 1704 e il 1746, essendo curato don Giovanni Vedovelli.

1766 - 1770 (decorazi

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