Chiese in Provincia di Trento - città di Molveno: Chiesa di San Vigilio

Chiesa di San Vigilio
S. Vigilio

TRENTO / MOLVENO
Molveno (TN)
Culto: Cattolico
Diocesi: Trento
Tipologia: chiesa
Orientata regolarmente ad est e costruita vicino alla riva del lago, a sud dell’abitato storico di Molveno, la chiesa cimiteriale di San Vigilio è frutto di due interventi principali, il primo da collocare alla fine del XIII secolo, con la realizzazione del primo tempio romanico con facciata a capanna e abside semicircolare ad opera di maestranze lombarde, il secondo intorno al 1536, con l’ampliamento e la sopraelevazione dell’edificio antico, di cui fu forse responsabile il maestro muratore... Leggi tutto
Fonte: BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web

Dettagli

Orientata regolarmente ad est e costruita vicino alla riva del lago, a sud dell’abitato storico di Molveno, la chiesa cimiteriale di San Vigilio è frutto di due interventi principali, il primo da collocare alla fine del XIII secolo, con la realizzazione del primo tempio romanico con facciata a capanna e abside semicircolare ad opera di maestranze lombarde, il secondo intorno al 1536, con l’ampliamento e la sopraelevazione dell’edificio antico, di cui fu forse responsabile il maestro muratore Rocco de Redis di Laino. La facciata alta e stretta è conclusa da due ripidi spioventi coperti di scandole in larice; una tettoia lignea ad unico spiovente inclinato protegge il portale centinato, affiancato sulla sinistra da una finestra quadrangolare, e la decorazione affrescata della metà inferiore della muratura. Al di sopra si aprono un oculo strombato e una luce quadrata nel sottotetto. Le fiancate simmetriche sono caratterizzate ciascuna dalla presenza di una monofora archiacuta; sul lato destro sono visibili le tracce del primitivo accesso secondario centinato e di un’ampia arcata, probabilmente di collegamento con il campanile, demolito nel XVIII secolo. Più avanti emerge il corpo della sacrestia, anch’essa dotata di una finestra archiacuta sul lato sud; l’abside poligonale, con alto zoccolo lapideo, reca due monofore archiacute sulle pareti oblique e conci angolari sfalsati in pietra a vista. Una cornice sottogronda in pietra percorre le fiancate e le pareti absidali. All’interno la navata unica è seminterrata e accessibile mediante una scala di restauro “alla romana”; è divisa in tre campate coperte da una volta reticolata, i cui costoloni si originano da curiosi elementi architettonici in pietra dalla larga base, appiattiti sulla muratura. Lo scavo del 1992 ha posto in evidenza il profilo semicircolare della prima abside, che percorre trasversalmente la terza campata; una serie di raccordi graduali colma il dislivello tra la quota pavimentale della chiesa romanica e il presbiterio cinquecentesco, coperto da volta ad ombrello e introdotto dall’arco santo a sesto acuto in pietra grigia di Nembia, utilizzata per l’intera costruzione. Al centro si trova l’altare ad ara in muratura, affrescato sul lato frontale. Le finiture delle pareti della navata, fino all’attacco dei costoloni, sono in pietra a vista e ad affreschi di varia mano, databili tra l’ultimo quarto del Trecento e il 1580.

Preesistenze

La muratura inferiore della navata, dalla facciata fino a metà della terza campata, appartiene alla prima costruzione ed è quindi la parte più antica della struttura.

Pianta

Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; presbiterio a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale, concluso da abside poligonale.

Facciata

Facciata dal profilo alto e stretto, chiusa da due ripidi spioventi; una tettoia lignea ad unico spiovente inclinato protegge il portale centinato, affiancato sulla sinistra da una finestra quadrangolare con inferriate, e la decorazione affrescata della metà inferiore della muratura. Al di sopra si aprono un oculo strombato e una luce quadrata nel sottotetto; tra la tettoia e l’oculo sono visibili le tracce della primitiva facciata a capanna. Finiture a intonaco raso sasso.

Prospetti

Fiancate simmetriche caratterizzate ciascuna dalla presenza di una monofora archiacuta; sul lato destro sono visibili le tracce del primitivo accesso secondario centinato e di un’ampia arcata, probabilmente di collegamento con il campanile, demolito nel XVIII secolo. Più avanti emerge il corpo della sacrestia, anch’essa dotata di una finestra archiacuta sul lato sud; l’abside poligonale, con alto zoccolo lapideo, reca due monofore archiacute sulle pareti oblique e conci angolari sfalsati in pietra a vista. Una cornice sottogronda in pietra percorre le fiancate e le pareti absidali, interrompendosi sul lato destro presso la sacrestia; finiture a intonaco raso sasso.

Struttura

Strutture portanti v

1300/03/19 - 1300/03/19 (menzione carattere generale)

La chiesa di San Vigilo di Molveno è citata per la prima in un contratto di compravendita del 19 marzo 1300. Secondo le ricostruzioni archeologiche più recenti, la prima costruzione, non anteriore alla fine del Duecento, era di dimensioni minori dell’attuale, seminterrata, orientata ad est, con navata unica rettangolare di 4,90 x 7,60 metri e abside semicircolare profonda quasi 2 metri, elevata di un gradino. Pavimentata in lastre grezze di scaglia rossa di Andalo, la chiesa doveva essere opera di maestranze lombarde ed era ornata al suo interno da affreschi; aveva due ingressi, l’uno in facciata, l’altro sulla parete sud, e quattro monofore centinate simmetriche sulle fiancate.

1375 - 1399 (decorazione navata)

Le pareti della navata vennero ornate da affreschi realizzati da due diverse mani nell’ultimo quarto del XIV secolo.

1511 - 1511 (decorazione facciata)

In base all’iscrizione leggibile su uno dei riquadri affrescati in facciata, risale al 1511 la decorazione della parete, assegnata dagli studiosi ad un pittore della cerchia o della bottega di Giovanni e Battista Baschenis.

1530 - 1536 (ampliamento intero bene)

Probabilmente anche a causa di un incendio che danneggiò la struttura e di cui si è trovato traccia nello scavo, nel quarto decennio del Cinquecento l’edificio venne ampliato e sopraelevato, con la costruzione dell’attuale presbiterio completato dall’abside poligonale e di nuove volte costolonate in stile tardogotico; sono presumibilmente da riferire alla stessa campagna di lavori l’apertura della finestra quadrata in facciata e la realizzazione di affreschi all’esterno (nella lunetta del portale) e all’interno (il riquadro con San Rocco, sulla parete destra della navata). Sul culmine dell’arco santo è dipinta la data del 1536, corrispondente verosimilmente alla chiusura del cantiere. Per la somiglianza dell’intervento con quello eseguito nel 1547 nella chiesa cimiteriale di Cavedago, opera firmata dall’intelvese Rocco de Redi da Laino, si è avanzata l’ipotesi del coinvolgimento dello stesso maestro muratore anche nell'ampliamento di Molveno, benché anteriore di undici anni.

1574/09/08 - 1574/09/08 (consacrazione ed erezione a curazia unita carattere generale)

L’8 settembre 1574, a conferma di accordi già precedentemente sottoscritti, le due comunità di Andalo e di Molveno ottennero l’erezione a curazia unita della pieve di Banale, con sede a Molveno. La chiesa di San Vigilio custodiva il Santissimo Sacramento e teneva il fonte battesimale e nel paese abitava il curato, a servizio dei due paesi. L’atto fu sottoscritto dal vescovo Gabriele Alessandri, suffraganeo e vicario generale del cardinale Ludovico Madruzzo, che nello stesso giorno consacrò la chiesa.

1580/11/02 - 1580 (ristrutturazione intero bene)

La visita pastorale del 2 novembre 1580 ordinò di cancellare le pitture “indecenti anzi vergognose” fatte nello stesso anno sulla parete settentrionale, e di ampliare la sacrestia. Si prescrisse inoltre di costruire un campanile vicino alla chiesa e al cimitero, essendo l’esistente lontano e in luogo non consacrato; secondo gli studiosi la torre venne eretta, ma fu abbattuta forse con l’ingrandimento della sacrestia, nel 1785.

1603/08/04 - 1603 (ristrutturazione intero bene)

Il 4 agosto 1603 i visitatori vescovili ordinarono di imbiancare l‘interno e concessero di rompere il muro della chiesa per poter fabbricare la sacrestia.

1616/04/18 - 1616 (ristrutturazione intero bene)

La visita pastorale di monsignor Pietro Belli di Condino, vescovo ausiliare del cardinale Carlo Gaudenzio Madruzzo, avvenuta il 18 aprile 1616, ordinò di ripulire il cimitero da sassi, spine e immondizie e di trasferire il fonte battesimale nell’angolo a sinistra dell’ingresso, vicino al luogo in cui lo scavo del 1992 ha rinvenuto la presenza di un pozzetto dove far affluire l’acqua battesimale o per le abluzioni non più utilizzabile.

1671 - 1

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