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Chiese in Provincia di Trento - città di : Chiesa del Nome di Maria
Chiesa del Nome di Maria
SS. Nome di Maria
Dettagli
La chiesa del Nome di Maria a Loppio fu costruita nel 1818-1819 su commissione del conte Cesare Pompeo di Castelbarco Visconti come cappella privata funzionale alla vicina villa di famiglia. Solo recentemente (2006) gli eredi della nobile famiglia hanno donato l'edificio alla parrocchia di Santo Stefano a Mori. Il tempio, orientato a nord, fu progettato in puro stile neoclassico dall'architetto e ingegnere lombardo Gian Luca Cavazzi conte della Somaglia, che con il Castelbarco condivideva la parentela con il conte Giacomo Mellerio, principale committente del nobile architetto. La facciata a tempio tetrastilo è preceduta da un portico sorretto da quattro colonne libere, sulle quali insiste un frontone triangolare modanato. Le fiancate, lisce, presentano ciascuna due finestre lunettate. La definizione della navata unica si mantiene fedele allo stile dell'esterno, con coppie di possenti semicolonne intonacate che scandiscono lo spazio, individuando tre campate, la seconda delle quali reca due arcate centinate laterali, sfondate; quattro bassorilievi in gesso a tema mariano, attribuiti allo scultore Giuseppe De Fabris, si dispongono ai lati delle restanti campate. Il presbiterio, rialzato su tre gradini, è introdotto dall'arco santo a pieno centro. Di gusto eclettico il campanile costruito a est della chiesa nel 1856, con fusto ripartito da tre cornicioni modanati e forato da aperture ad oblò; la cella campanaria a quattro monofore centinate è sormontata da coronamento svasato verso l'alto, culminante in un cupolino a cipolla.
Pianta
Pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale; presbiterio rettangolare concluso da abisde semicircolare.
Facciata
Facciata a tempio tetrastilo marcatamente neoclassica, preceduta da un portico sorretto da quattro colonne libere, sulle quali insistono la trabeazione modanata e il frontone triangolare sommitale. Nel vestibolo il portale trilitico è sormontato da una finestra lunettata.
Prospetti
Le fiancate, lisce, recano ciascuna due finestre lunettate. A sinistra del presbiterio emerge il corpo della sacrestia.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare posta a est della chiesa. Fusto intonacato insistente su una scarpa bugnata, segnato da cornicioni marcapiano modanati che individuano tre settori, ciascuno dei quali recante su ogni lato due aperture a oblò sovrapposte. Cella campanaria definita in angolo da lesene intonacate e illuminata da quattro monofore centinate. Oltre il cornicione sommitale fortemente eminente e cimato da quattro acroteri fiammati angolari si erge un coronamento svasato verso l'alto, culminante in un cupolino a cipolla.
Struttura
Strutture portanti verticali: murature in pietrame, finite a intonaco tinteggiato; colonne marmoree in facciata. Strutture di orizzontamento: volte a botte sulla navata e sul presbiterio; catino absidale.
Coperture
Chiesa: tetto a due spioventi con struttura in legno e manto di copertura in coppi. Campanile: cupolino rivestito in lamiera metallica.
Interni
Navata unica scandita da coppie di possenti semicolonne intonacate, raccordate in alto da un cornicione modanato, che individuano tre campate. Ai lati della campata centrale si trovano due arcate centinate sfondate. Il presbiterio, rialzato su tre gradini, è introdotto dall'arco santo a pieno centro.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in quadrotte di pietra calcarea bianche e nere disposte a scacchiera, comune alla navata e al presbiterio.
Elementi decorativi
Bassorilievi in gesso modellato e dipinto si trovano ai lati della prima e della terza campata; il sottarco dell'arco santo e quello dell'arcata che precede l'abside recano una decorazione a cassettoni con rosette.
1788 - 1823 (traslazione arche Castelbarco carattere generale)
L'attuale edificio fu costruito nel luogo in cui esisteva una chiesa dedicata alla Madonna di cui si ignora l'epoca di fondazione. Nel febbraio 1788 vi venne traslata l'arca di Aldrighetto Castelbarco, risalente al primo Trecento, smontata dalla facciata della soppressa chiesa di San Tommaso Tommaso di Canterbury a Rovereto. In un periodo incerto compreso tra il 1775 e il 1823 vi giunse anche l'arca di Azzone Francesco Castelbarco che si trovava murata sulla facciata della chiesa di Sant'Antonio Abate ad Avio.
1818/10/03 - 1818/10/03 (costruzione intero bene)
La chiesa fu costruita tra il 1818 e il 1819 su commissione del conte Cesare Pompeo di Castelbarco Visconti (1782-1860), come cappella privata funzionale alla vicina villa di famiglia di recente costruzione (1812). In occasione della benedizione (3 ottobre 1819) furono pubblicati numerosi sonetti celebrativi dell'impresa del Castelbarco, tra i quali quello di Carlo Benoni per i tipi della Tipografia Battisti di Trento, che riporta il nome del lombardo Gian Luca Cavazzi conte della Somaglia come progettista del tempio neoclassico. Quest'ultimo aveva sposato Maddalena Mellerio, sorella del conte Giacomo Mellerio, a sua volta cognato del Castelbarco e principale committente del conte architetto.
1856 - 1856 (costruzione campanile)
La torre campanaria fu costruita nel 1856.
1881/10/23 - 1881/10/23 (consacrazione carattere generale)
La consacrazione del tempio seguì solo il 23 ottobre 1881.
1916 - 1916 (danneggiamento campanile)
Durante la prima guerra mondiale la vicina villa dei Castelbarco fu occupata dai soldati austriaci e subì un violento bombardamento ancora nel gennaio del 1916, in seguito al quale anche il campanile della chiesa rimase danneggiato. Foto d'epoca pubblicate da Castelbarco (2004) testimoniano la perdita del cupolino della copertura e i quattro obelischi acroteriali che lo circondavano.
1916 - 1920 (costruzione porticato di collegamento con il campanile)
Nel primo dopoguerra il conte Filippo Castelbarco fece costruire un porticato di collegamento tra la chiesa e il campanile per ricoverarvi le arche dei suoi antenati.
1969 - 1969 (restauro intero bene)
L'edificio fu sottoposto ad un completo restauro nel 1969, sotto la direzione dell'architetto Giorgia Toniolatti di Rovereto.
2006/01/24 - 2006/01/24 (passaggio di propietà intero bene)
La chiesa è stata donata dagli eredi Castelbarco alla parrocchia di Santo Stefano di Mori nel 2006 (la formalizzazione dell'atto di donazione risale al 24 gennnaio).
2009 - 2013 (restauro intero bene)
Dal 2009 la chiesa è sottoposta ad un importante intervento di restauro conservativo diretto dall'architetto Alfredo Turella, riguardante non solo il consolidamento statico dell'edificio, il rifacimento del tetto e delle lattonerie, il ripristino degli intonaci esterni e la pulizia degli apparati lapidei, ma anche la sistemazione interna compreso il rifacimento degli impianti. A questi interventi seguirà il restauro del campanile.