Chiese in Provincia di Trento - città di : Chiesa di Santa Giustina

Chiesa di Santa Giustina
S. GIUSTINA vergine e martire S. Giustina

TRENTO
piazza Chiesa - Creto, Pieve di Bono (TN)
Culto: Cattolico
Diocesi: Trento
Tipologia: chiesa
Pieve ab immemorabili, la parrocchiale di Santa Giustina sorge a sud di Creto, sede comunale di Pieve di Bono, lungo la strada provinciale della Valle del Chiese, con orientamento a est. La struttura della chiesa romanica documentata a partire dal 1221, della quale sono state recentemente rinvenute le fondazioni dell'abside, fu interamente cancellata dalla costruzione, tra XIV e XV secolo, di un nuovo tempio gotico, anch'esso andato parzialmente distrutto. Su disposizione del principe vescovo... Leggi tutto
Fonte: BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web

Dettagli

Pieve ab immemorabili, la parrocchiale di Santa Giustina sorge a sud di Creto, sede comunale di Pieve di Bono, lungo la strada provinciale della Valle del Chiese, con orientamento a est. La struttura della chiesa romanica documentata a partire dal 1221, della quale sono state recentemente rinvenute le fondazioni dell'abside, fu interamente cancellata dalla costruzione, tra XIV e XV secolo, di un nuovo tempio gotico, anch'esso andato parzialmente distrutto. Su disposizione del principe vescovo di Trento Ludovico Madruzzo, infatti, la pieve fu nuovamente rifabbricata tra il 1586 e il 1592 dal maestro costruttore Giacomo Salvagni di Cologna. In seguito a questo intervento, che comportò la demolizione della chiesa precedente, fatto salvo il maestoso presbiterio affrescato oggi ospitante la cappella feriale, la chiesa assunse il suo impianto attuale. La facciata dell'edificio, riqualificata in forme barocche nel 1764, è organizzata su due ordini di quattro paraste di ribabattuta, ioniche e corinzie, che determinano una tripartizione irregolare con settore centrale di ampiezza maggiore rispetto ai laterali. Al centro dell'ordine inferiore si apre il portale maggiore, mentre nell'ordine superiore trovano posto una finestra a luce sagomata centrale e due nicchie laterali abitate da statue. L'attico centrale sommitale, affiancato da due volute cedenti, è cimato da un frontone curvilineo. Le fiancate laterali, lisce, presentano ciascuna quattro finestre a luce sagomata; in corrispondenza della terza campata si aprono due accessi laterali, di cui quello sinistro posto sotto un portico aperto da due arcate a centinatura ribassata, dal quale si accede anche alla cappella feriale. Quest'ultima è formata da un corpo longitudinale sviluppato parallelamente alla quarta campata della chiesa e dall'antico presbiterio gotico situato a sinistra del presbiterio della chiesa principale. A nord del presbiterio gotico sorge la torre campanaria, con fusto intonacato a raso sasso e cella campanaria a quattro monofore centinate, che si conclude con un coronamento merlato a coda di rondine. L'interno della pieve si sviluppa a navata unica voltata a botte unghiata, ritmata da coppie di pilastri in granito tra i quali si inseriscono otto cappelle simmetriche poco profonde, inquadrate da arcate centinate. Il presbiterio, rialzato su tre gradini e concluso dall'abside poligonale, è comunicante a sinistra con la cappella feriale. Quest'ultima reimpiega il presbiterio della chiesa gotica, che risulta rialzato di tre gradini rispetto alla stretta navata unica. Una scala situata presso il muro nord, sotto l'ambone, conduce ad un ambiente sotterraneo rettangolare, con pareti in pietra a vista, nel quale sono visibili le fondamenta dell'abside della chiesa romanica.

Preesistenze

Nel corso del restauro del 2000 nell'ambiente sottostante il presbiterio della cappella feriale sono riemerse le fondazioni dell'abside semicircolare della chiesa romanica, alla quale si sovrappose la struttura tre-quattrocentesca gotica. Di quest'ultimo edificio si conserva solo il presbiterio affrescato, risparmiato dalle demolizioni cinquecentesche.

Pianta

Pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale. Presbiterio rettangolare, concluso da abside poligonale, a sinistra del quale si sviluppa la cappella feriale, con navata rettangolare irregolare e presbiterio quadrangolare. Ambiente sotterraneo a pianta rettangolare.

Facciata

Facciata organizzata su due ordini di quattro paraste ribattute, ioniche in basso e corinzie in alto, che determinano una tripartizione irregolare con settore centrale di ampiezza maggiore rispetto ai laterali. Al centro dell'ordine inferiore si dispone il portale maggiore profilato in pietra. Nel settore mediano superiore si apre un'ampia finestra a luce sagomata con cornice in stucco, mentre in quelli laterali si dispongono due nicchie centinate abitate da statue. Sul tutto insiste un attico centrale delimitato da due paraste di ribattuta, a

VI - VII (fondazione intero bene)

In base a una contestata interpretazione del dato toponomastico, secondo cui il nome di "Bono" deriverebbe dal termine "Vaunia", a sua volta riconducibile al longobardo "wahan" (posto di guardia), e riconducendo la diffusione del culto di Santa Giustina all'epoca dello scisma tricapitolino e della conversione dei longobardi al cattolicesimo, Agostini (1992) fa risalire la fondazione della pieve di Bono al VI-VII secolo. Tale ipotesi è ritenuta fortemente incerta da Curzel (1999).

1221/09/05 - 1221/09/05 (menzione carattere generale)

La prima menzione della chiesa di Santa Giustina, pieve ab immemorabili, si riscontra in un documento del 5 settembre 1221.

XIV - XV (ampliamento o ricostruzione intero bene)

La struttura originaria fu sostanzialmente ampliata o ricostruita tra il XIV e il XV secolo, secondo stilemi gotici. Il tempio medievale, del quale sopravvive il presbiterio rettangolare affrescato ora utilizzato come cappella feriale, si sviluppava secondo il consueto asse est/ovest.

1425 - 1450 (decorazione presbiterio)

Nel corso del secondo quarto del XV secolo il presbiterio della pieve fu affrescato da un anonimo maestro d'ambito lombardo.

1586 - 1586 (demolizioni intorno)

Fino al 1586 esisteva presso la canonica una cappella gentilizia della famiglia Lodron, che la tradizione vuole fosse dedicata a San Carlo. Il sacello fu demolito in occasione della ricostruzione della pieve.

1586/12/06 - 1592 (ricostruzione intero bene)

In occasione della visita pastorale del 1579-1580 la chiesa e la canonica furono trovate in condizioni indecenti, probabilmente a causa delle condizioni di ristrettezza economica in cui versavano i conti della pieve. Per far fronte a tale situazione, il principe vescovo Ludovico Madruzzo decretò che la chiesa venisse interamente ricostruita. I lavori, che prevedevano l'atterramento dell'antica navata e la costruzione di una chiesa nuova a destra dell'antico presbiterio risparmiato dalle demolizioni, furono appaltati al maestro muratore e tagliapietre Giacomo Salvagni di Cologna il 6 dicembre 1586. Il cantiere, nel quale furono attivi alcuni lapicidi Bresciani originari di Anfo sul lago d'Idro, portato a compimento entro il 1591, ma ancora nel maggio del 1592 il Salvagni accettò l'incarico di intonacare le murature esterne della pieve e di realizzare il muro di cinta del sagrato. Il capomastro fu definitivamente saldato solo nel 1602.

1603 - 1633 (consacrazione carattere generale)

Al tempo della visita pastorale del 1603 la chiesa e i relativi altari risultavano ancora sconsacrati e i visitatori vescovili ordinavano che la consacrazione fosse fatta il più presto possibile. Gli ordines et decreta della visita furono attesi in epoca imprecisata, ma certamente entro il 1633, quando in occasione della visita pastorale non furono riscontrate irregolarità in merito alla consacrazione.

1711/06/06 - 1711/06/06 (danneggiamento intero bene)

L'edificio subì danni imprecisati in occasione dell'incendio dell'altare maggiore del 6 giugno 1711.

1750 - 1799 (decorazione cappella della Madonna del Rosario)

Nel corso della seconda metà del XVIII secolo un anonimo maestro locale affrescò i misteri del rosario sull'intradosso dell'arcata dell'omonima cappella (quarta a destra).

1761 - 1761 (menzione cappella Lodron)

In un'epoca imprecisata successiva alla ricostruzione della pieve, a destra del presbiterio venne realizzato un piccolo sacello. Si trattava probabilmente della cappella di San Carlo dei conti Lodron, costruita in sostituzione di quella già anticamente posta accanto alla canonica. La cappella è menzionata dagli atti visitali del 1671, nei quali se ne ordina la sospensione dal culto perché trovata indecente e rovinata nell'avvolto dalle infiltrazioni d'acqua.

1764 - 1764 (rifacimento facciata)

La riqualificazione della facciata nelle forme odierne risale al 1764.

1816 - 1816 (cambiamento di patronato carattere gene

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