Chiese in Provincia di Trento - città di : Chiesa di Sant'Antonio Abate

Chiesa di Sant'Antonio Abate
S. Antonio ab.

TRENTO
Borzago, Spiazzo (TN)
Culto: Cattolico
Diocesi: Trento
Tipologia: chiesa
Secondo la tradizione, presso l'antica chiesa di Sant'Antonio Abate, costruita nella campagna a metà strada tra gli abitati di Pelugo e Borzago, San Vigilio avrebbe celebrato la sua ultima messa prima della lapidazione. Una seconda tradizione vuole che qui ci fosse la prima pieve della Rendena. Si dice inoltre che la chiesetta, ora isolata, servisse un villaggio un tempo esistente in località Loera o Lovera, distrutto da una frana, che costrinse gli abitanti a dividersi tra Pelugo e Borzago.... Leggi tutto
Fonte: BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web

Dettagli

Secondo la tradizione, presso l'antica chiesa di Sant'Antonio Abate, costruita nella campagna a metà strada tra gli abitati di Pelugo e Borzago, San Vigilio avrebbe celebrato la sua ultima messa prima della lapidazione. Una seconda tradizione vuole che qui ci fosse la prima pieve della Rendena. Si dice inoltre che la chiesetta, ora isolata, servisse un villaggio un tempo esistente in località Loera o Lovera, distrutto da una frana, che costrinse gli abitanti a dividersi tra Pelugo e Borzago. Più verosimilmente la prima costruzione risalirebbe all'VIII-IX secolo, all'epoca del dominio franco, e venne più volte ampliata; era inizialmente una sorta di santuario, non legato ad un centro specifico, ma dipendente direttamente dalla pieve di Spiazzo, dedicato al santo protettore degli animali; solo in un secondo tempo divenne la chiesa cimiteriale di Pelugo. La struttura attuale, quattrocentesca, orientata ad est, presenta il portale maggiore archiacuto al centro della facciata a capanna, protetta dagli spioventi, ed è rivestita di affreschi dei pittori Baschenis sia sulla facciata stessa che lungo il fianco destro. Nei pressi del presbiterio, sulla sinistra, svetta il campanile in pietra a vista, con doppio ordine di bifore nella cella e tetto a piramide aguzza, mentre la sacrestia, posta dietro il presbiterio ed emergente sulla destra, è frutto di un intervento di fine Cinquecento. All'interno la navata unica, rimaneggiata nella seconda metà del Seicento, è scandita da pilastri a parallelepipedo che la dividono in due campate voltate a botte unghiata. Il presbiterio a pianta quadrata, voltato a crociera, è interamente ornato di affreschi bascheniani; è preceduto da un'arcata a sesto ribassato ed è elevato di un gradino. Nella parete di fondo sono state aperte una porta di accesso alla sacrestia e due monofore (una tamponata), mentre una terza finestra a lunetta si trova sulla parete destra. Dato il suo interesse storico-artistico, la chiesetta, recentemente restaurata, è aperta alle visite e officiata alcune volte all'anno.

Pianta

Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; presbiterio a pianta quadrata.

Facciata

Facciata a capanna, protetta dai due spioventi del tetto fortemente aggettanti e sostenuti da travi lignee; portale archiacuto. Finiture a intonaco ove non vi siano affreschi.

Prospetti

Una finestra a lunetta con cornice strombata al centro della fiancata sinistra, intonacata a raso sasso; un ingresso laterale e la sacrestia emergenti sul lato destro, con finiture a intonaco ove non vi siano affreschi e due finestre a lunetta.

Campanile

Alta torre a pianta quadrangolare in pietra a vista, addossata al presbiterio sulla sinistra. Scarpa possente; cella campanaria marcata da cornici orizzontali modanate che dividono i due ordini di bifore a luci centinate, separate da colonnine. Tetto piramidale a quattro falde e croce apicale.

Struttura

Strutture portanti verticali: muratura in pietrame. Strutture di orizzontamento: volte a botte unghiata in muratura per la navata; volta a crociera per il presbiterio.

Coperture

Tetto a due spioventi sulla navata e sul presbiterio, a spiovente unico sopra la sacrestia. Struttura portante in legno; manto di copertura in scandole lignee. Campanile coperto da scandole in pietra.

Interni

Navata unica divisa in due campate, separate da pilastri quadrangolari con capitelli svasati e modanati, sorreggenti le arcate, a pieno centro lungo le pareti, ribassate trasversalmente. Presbiterio elevato di un gradino, anch'esso preceduto da un'arcata a sesto ribassato; lungo la parete di fondo si aprono due monofore, di cui la destra, archiacuta, cieca, e l'accesso alla sacrestia. Finiture a intonaco tinteggiato, ove non vi siano affreschi.

Pavimenti e pavimentazioni

Pavimento in battuto di calce; gradini e soglie in pietra.

Elementi decorativi

Riquadri affrescati ricoprono all'esterno la facciata e il fianco destro, all'interno pareti e

VIII - IX (costruzione intero bene)

Un primo edificio di culto potrebbe risalire all'VIII-IX secolo, in base alla tipologia costruttiva dei cantonali presenti lungo lo spigolo nord-est, formati da pietre tagliate a punta di mazza, in uso fino a quel periodo. Tale consulenza, fornita da un archeologo tedesco a don Gregorio Frunet, curato e poi parroco di Pelugo tra il 1903 e il 1923, sarebbe documentata da un testo, probabilmente manoscritto, citato da Castellani (1994), ma non più reperito da Mussi (1999).

XII - XV (costruzione e sopraelevazione campanile)

Tra XII e XV secolo venne eretto e sopraelevato per due volte il campanile.

1375 - 1375 (menzione carattere generale)

In un testamento del 1375 si nomina per la prima volta la chiesa dei Santi Giacomo e Antonio situata fra Pelugo e Borzago; nel secolo successivo l'intitolazione rimase al solo Antonio Abate.

XV - 1498 (ampliamento e decorazione intero bene)

Anche la prima chiesa, che doveva essere di dimensioni ridotte, fu ampliata probabilmente più di una volta e a più riprese ornata di affreschi sia all'esterno che all'interno nel corso della prima e seconda metà del Quattrocento. Gli interventi più antichi, oggi frammentari, interessano la facciata, l'arco santo e la parete destra della navata e sono stati assegnati a un pittore lombardo. La famiglia Baschenis decorò nuovamente esterno e interno tra il 1474 (Dionisio e Cristoforo il Vecchio con la loro bottega, facciata e fianco destro) e il 1498 (Cristoforo di Simone, 1489-1498, presbiterio; Dionisio, 1493 circa, parete sinistra della navata).

1498/10/11 - 1498/10/11 (consacrazione carattere generale)

L'11 ottobre 1498 furono consacrati il coro e tre altari ad opera di Francesco dalla Chiesa, suffraganeo del principe vescovo di Trento Udalrico Lichtenstein.

1579 - 1603 (ristrutturazione intero bene)

La visita pastorale del 1579 ordinò di riparare il tetto della chiesa e del campanile e di integrare le vetrate mancanti. Entro la fine del secolo venne poi costruita la sacrestia, nominata nella successiva visita del 1603.

1630 - 1630 (scialbo interno)

Nel 1630 si ordinò lo scialbo delle pareti interne, probabilmente per scongiurare il contagio dell'epidemia di peste.

1664 - 1664 (danneggiamento intero bene)

L'edificio fu danneggiato da un incendio nel 1664.

1664 - 1695 (ristrutturazione intero bene)

Iniziarono subito i lavori di ristrutturazione e riparazione dei danni dell'incendio: nel 1683 venne ultimato il campanile; la navata venne poi coperta da nuove volte a botte unghiata, sostenute da pilastri che separarono i riquadri affrescati nel Quattrocento, allora coperti dallo scialbo, e rimbiancata. La chiesa fu dotata poi di nuovi altari laterali e di una nuova pala per l'altare maggiore. Entro il 1695, data della consacrazione degli altari, la ristrutturazione doveva essere compiuta.

1836 - 1836 (ristrutturazione intero bene)

Nel 1836 furono riparati il tetto e parte dei muri esterni e l'edificio venne imbiancato.

1880 - 1880 (ristrutturazione campanile)

La cuspide del campanile, che minacciava di crollare, fu sistemata nel 1880.

1911 - 1925 (ristrutturazione intero bene)

Per ordine della Commissione centrale per i monumenti storico-artistici di Vienna, il tetto della chiesa venne ristrutturato nel corso del 1911; ulteriori lavori all'edificio (interventi di risanamento dalle infiltrazioni d'acqua su progetto dell'ingegner Gualtiero Adami; restauro degli affreschi, affidato al pittore Antonio Mayer), iniziati prima della guerra, si prolungarono fino al 1925. Fu completamente rifatto il tetto (struttura portante e copertura) e gli affreschi vennero ripuliti.

1951 - 1951 (riparazione tetto)

Risale al 1951 un piccolo intervento di riparazione alla copertura del tetto.

1975 - 1976 (ristrutturazione campanile)

Un impegnativo intervento di ristrutturazione coinvolse il campanile tra il 1975 e il 1976, per interessamento del parroco don Bruno Panizz

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