Chiese in Provincia di Trento - città di : Eremo di San Colombano Abate

Eremo di San Colombano Abate
Chiesa di San Colombano S. Colombano ab.

TRENTO
Trambileno (TN)
Culto: Cattolico
Diocesi: Trento
Tipologia: chiesa
Posto lungo la strada che da Rovereto sale alla Vallarsa, l'eremo di San Colombano sorge su uno stretto terrazzamento rubato alla roccia viva, con orientamento a nord. Il sito venne frequentato come luogo sacro almeno fin dal XIII secolo e già a partire dal 1316 vi è documentata la presenza di una cappella/santuario. La facciata della chiesa è obliterata dalla presenza della struttura del campanile, aggiunto nel 1735, e di uno dei due corpi di fabbrica dell'annessa struttura del romitorio,... Leggi tutto
Fonte: BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web

Dettagli

Posto lungo la strada che da Rovereto sale alla Vallarsa, l'eremo di San Colombano sorge su uno stretto terrazzamento rubato alla roccia viva, con orientamento a nord. Il sito venne frequentato come luogo sacro almeno fin dal XIII secolo e già a partire dal 1316 vi è documentata la presenza di una cappella/santuario. La facciata della chiesa è obliterata dalla presenza della struttura del campanile, aggiunto nel 1735, e di uno dei due corpi di fabbrica dell'annessa struttura del romitorio, alla base del quale si trova un portico aperto da due arcate centinate. Sotto il portico si dispongono il portale d'accesso alla chiesa, affiancato a destra da una finestra rettangolare. La fiancata rivolta a valle, poggiante su un'erta scarpa in muratura, reca quattro monofore disposte a due a due a illuminare la navata e il presbiterio. L'interno si sviluppa a navata unica, ritmata da coppie di paraste tuscaniche che determinano una spartizione interna in due campate. Una piccola porta a luce arcuata, situata sulla destra della controfacciata immette ai locali dell'eremo antico (scavati nella roccia retrostante la parete sinistra della navata), al campanile e alla casa d'abitazione annessa alla chiesa. L'arco santo a pieno centro, leggermente disassato rispetto alla navata, immette al presbiterio, il cui lato sinistro è scavato direttamente nella roccia.

Pianta

Pianta rettangolare irregolare, ad asse maggiore longitudinale; presbiterio pentagonale, irregolare.

Prospetti

La facciata della chiesa è obliterata dalla presenza della struttura del campanile e di uno dei due corpi di fabbrica dell'annessa struttura del romitorio, alla base del quale si trova un portico aperto da due arcate centinate. Sotto il portico si dispongono il portale d'accesso alla chiesa, affiancato a destra da una finestra rettangolare. La fiancata rivolta a valle, poggiante su un'erta scarpa in muratura, reca quattro monofore disposte a due a due nella navata e nel presbiterio.

Campanile

Torre a pianta quadrangolare, inserita in angolo nella struttura del corpo di fabbrica del romitorio annesso alla chiesa. La cella campanaria a quattro monofore, libera, è coronata da una cuspide a losanghe, con monofore ricavate nei timpani.

Struttura

Strutture portanti verticali: murature in pietrame, finite a intonaco tinteggiato. Strutture di orizzontamento: volte a botte unghiata nella navata e nel presbiterio.

Coperture

Chiesa: tetto a falda unica, con struttura in legno e manto di copertura in coppi. Campanile: cuspide a losanghe, rivestita in scandole.

Interni

Navata unica, ritmata da coppie di paraste tuscaniche che determinano una spartizione interna in due campate. Una piccola porta a luce arcuata, situata sulla destra della controfacciata immette ai locali dell'eremo antico (scavati nella roccia retrostante la parete sinistra della navata), al campanile e alla casa d'abitazione annessa alla chiesa. L'arco santo a pieno centro, leggermente disassato rispetto alla navata, immette al presbiterio, il cui lato sinistro è scavato direttamente nella roccia.

Pavimenti e pavimentazioni

Pavimento in mattonelle di cotto, disposte a spina di pesce nella navata e in corsi alternati nel presbiterio.

Elementi decorativi

Le pareti nord e est del presbiterio sono affrescate.

XIII - XIII (fondazione carattere generale)

L'epoca di fondazione dell'eremo di San Colombano è incerta. Tracce di una decorazione a fresco, peraltro assai deperita, presenti all'interno della cella antistante la cosiddetta grotta dell'eremita (ambienti scavati nella roccia e situati oltre la parete sinistra della navata), hanno permesso di datare la prima occupazione del sito al XIII secolo. La presenza degli affreschi testimonia l'utilizzo come sacrario di questo ambiente scavato nella roccia, che dovette costituire la primitiva cappella dedicata al Santo. Secondo Postinger (2010) la fondazione del sacello sarebbe da porre in relazione con il coevo fenomeno dell'immigrazione nelle valli del Leno di coloni di origine tedesca, favorito dal principe vescovo Federico Vanga per disboscare e dissodare un territorio fino ad allora spopolato e periferico del principato vescovile trentino. Alla presenza di questi coloni tedeschi andrebbe ricondotta anche la scelta della dedicazione dell'eremo a un santo di tradizione nordica (incerta).

1316 - 1316 (menzione carattere generale)

La prima menzione dell' "ecclesiae Sancti Collumbani" nella pieve di Lizzana si riscontra nel testamento di Guglielmo di Castelbarco del 1316.

1450 - 1499 (decorazione parete di fondo)

Nel corso della seconda metà del XV secolo un anonimo maestro trentino dipinse a fresco l'ancona con la Madonna con Gesù Bambino in trono e i Santi Colombano e Mauro presente sulla parete di fondo del presbiterio.

1470 - 1470 (devozione carattere generale)

L'edificio sacro è oggi conosciuto come "eremo di San Colombano", tuttavia le testimonianze della presenza di un romitorio sono piuttosto tarde (XVII-XVIII secolo). Nei documenti più antichi questo luogo sacro viene definito con il termie "ecclesia", cosa che ha fatto ipotizzare che l'originaria cappella, eretta in un luogo impervio ma considerato importante forse perché frequentato in precedenza da un eremita, fosse considerata alla stregua di un santuario, e che fosse meta di pellegrinaggio da parte delle popolazioni circonvicine. Tale congettura trova conferma nella descrizione resa dall'arciprete di Lizzana Leonardo Contarini nel 1470, secondo il quale la chiesa, posta in luogo deserto e appartato, era officiata saltuariamente, secondo le intenzioni della popolazione locale e previo consenso dello stesso arciprete. Il Contarini precisava, inoltre, che in tempo di siccità vi si recavano delle processioni per richiedere l'arrivo della pioggia.

XVI - XVI (ristrutturazione e ampliamento intero bene)

In base ad alcune evidenze materiali è possibile affermare che il sacello esistente nel Quattrocento, presumibilmente coincidente con l'ambiente dell'attuale presbiterio, venne fortemente modificato e ristrutturato in epoca moderna. Sotto la parete destra del presbiterio sono presenti, infatti, tracce di una muratura precedente compatibile con quella della parete di fondo, poggiante su una quota pavimentale inferiore a quella della struttura attuale. Inoltre l’irregolarità degli archi d'imposta della volta a botte unghiata del presbiterio, che vanno a celare parte dell'ancona affrescata sulla parete di fondo, è indice di una radicale ristrutturazione del sacello, imputabile a probabili cedimenti strutturali del lato a valle. L’intervento può essere datato cronologicamente entro il XVI secolo, epoca alla quale risale l’affresco con il santo con pianeta e calice presente sulla parete destra del presbiterio interessata dalla ristrutturazione.

XVII - XVII (ampliamento intero bene)

L’ampliamento della cappella con la costruzione del corpo dell’attuale navata si data dubitativamente al XVII secolo.

1698 - 1782 (romitorio carattere generale)

La presenza di figure di monaci dediti a una vita ascetica dimoranti presso San Colombano è documentata solo tra il XVII e il XVIII secolo. Il primo eremita di cui si ha notizia fu Giacomo Ferrari nel 1698, mentre l'ultimo menzionato fu Angelo Ambrosi, che dimorò

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